Skip to main content

La violenza dei figli nei confronti dei genitori

Due sorelle, di venti e diciassette anni, hanno prima minacciato con un coltello e poi aggredito la madre. La violenta reazione, è scaturita dal rifiuto della donna di dare loro gli estremi della carta di credito per saldare la prenotazione on line di un viaggio a Praga. La notizia, riportata sul sito fanpage.it, è balzata agli onori delle cronache in questi giorni, ma i fatti si sono svolti da circa un mese. Due sorelle di Castel Franco Veneto, in provincia di Treviso, avevano organizzato una vacanza a Praga e volevano andare da sole, con il viaggio e l’hotel prenotato su internet. Ma, al momento di saldare il conto, la madre si è rifiutata di dare loro la carta di credito. La mancata autorizzazione della donna, un’infermiera di quarantasei anni separata e che vive da sola con le due figlie, ha scatenato la loro ira.

Un “No” che scatena la violenza

Le due sorelle non hanno accettato il rifiuto della madre e, dopo l’iniziale discussione, la situazione è degenerata. La donna che si è vista minacciare dalle proprie figlie con un coltello, non ha ceduto, ed è rimasta terrorizzata da quello che le stava accadendo. Le ragazze non hanno desistito e dalle parole sono passate ai fatti, aggredendo la madre con calci e pugni. L’infermiera, dopo l’iniziale sopraffazione, è riuscita a fuggire da casa. È andata direttamente al Pronto Soccorso, qui è stata medicata e dimessa con sette giorni di prognosi. Le due giovani violente sono state denunciate per lesioni dai carabinieri, la ventenne alla Procura, mentre la più piccola al Tribunale dei Minori. Studiano entrambe e non hanno precedenti penali.

Quando i genitori sono le vittime

La violenza negli adolescenti non si manifesta solo fuori casa. Una forma molto grave, e di cui non si parla molto, è quella che si sviluppa all’interno delle mura domestiche. Il maltrattamento dei propri familiari è un fenomeno molto più esteso di quello che si è tenuti a pensare. Abitualmente sono i genitori le vittime; subiscono veri e propri atti vessatori e, nei casi più gravi, aggressioni con intento omicida. A dirlo è la dottoressa Maura Manca, psicoterapeuta, docente universitaria e Presidente dell’Osservatorio Nazionale Adolescenza. Inoltre è il Direttore Responsabile di Adolescienza.it.

Leggendo il suo articolo sul sito che dirige, si apprende che le forme più frequenti di violenza domestica, dove gli aggressori sono i figli, vedono i genitori vittime di aggressioni fisiche e verbali incontrollate. il bersaglio più frequente è rappresentato dal genitore più debole che, non di rado, è la madre. La vittima è succube, poiché incapace di reagire e di difendersi.

Insulti e minacce a mamma e papà

Il genitore preso di mira è ricoperto d’insulti, minacciato di percosse o di un’aggressione fisica indiretta; il figlio, o la figlia, si fa volontariamente del male o tenta il suicidio per colpa sua. Tali atti sono commessi in modo totalmente strumentale, per far sentire in colpa il genitore. Nel pieno di queste crisi i ragazzi rischiano di farsi male, non sfogandosi sul padre o la madre, si scagliano sugli oggetti, prendono a pugni i muri o colpiscono se stessi. Reazioni così spropositate che gli possono far riportare gravi ferite e contusioni.

L’omertà dei genitori tra vergogna e paure

Un fenomeno poco conosciuto quello della violenza dei figli sui propri genitori, principalmente per due motivi. Uno riguarda la preoccupazione dei genitori nel denunciare i propri figli, poiché una decisione del genere potrebbe danneggiarli in seguito, macchiando la loro fedina penale e rischiando di etichettarli per sempre. Il secondo motivo è legato alla vergogna. Il terrore di essere giudicati, uno dei motivi maggiori perché una persona non arriva a tutelarsi in caso di pericolo. Essere ritenuti cattivi genitori o persone troppo deboli e incapaci di educare, fanno sì che una cortina di silenzio copra le violenze domestiche dei figli. S’innesca così la pericolosa tendenza a lasciar correre, anche quando ci sono fatti di violenza di una certa entità. Questo porta al serio rischio che accadano tragedie familiari o, altrimenti, si assiste a una costante remissione dei genitori o a condizioni di grave burnout familiare (elevato stress che induce un logoramento emotivo e psicofisico).

La crisi nell’adolescenza

Può accadere che nel periodo dell’adolescenza i ragazzi attraversino una profonda crisi o che emergano aspetti latenti della loro personalità, che si manifestano con forme di violenza acute. Nel primo caso il ragazzo può arrivare a distruggere parti dell’arredamento di casa, a volte senza mostrare alcun segno premonitore, in altre a seguito di una lite con i genitori. Nel secondo caso, arriva a rinchiudersi nella sua cameretta, danneggiando il mobilio e altri oggetti che gli appartengono, o in un’altra stanza che mette completamente a soqquadro. A volte prende di mira i luoghi di comune convivenza della casa, e accade quando la rabbia è al culmine e sfocia in un atto dimostrativo. Nei casi più gravi, come già detto, si giunge alle aggressioni fisiche verso i genitori.

Genitori impreparati

Quando i genitori cercano l’aiuto degli specialisti, nella maggior parte dei casi, lo fanno per paura, di subire violenze loro stessi o altri componenti il nucleo familiare. Molto spesso non fanno nulla, nel timore di peggiorare le cose e far arrabbiare ancora di più il figlio. Si evidenzia come gli adolescenti, in questi casi, sono totalmente incapaci di porsi un limite e hanno reazioni sproporzionate rispetto al fatto scatenante. I genitori, prima di arrivare a chiedere aiuto (e non sempre lo fanno) provano, la linea dura, la minaccia, l’indifferenza; ma il fai da te raramente porta dei risultati confortanti e intanto la paura cresce ogni giorno di più. Il figlio violento, infine, dopo l’aggressione non prova nessun senso di colpa, perché è convinto di essere dalla parte della ragione e pretende che il genitore aggredito gli chieda scusa e riconosca i propri errori.

In questi casi un aiuto da parte di professionisti è quanto mai indispensabile; il silenzio è il grilletto pronto a far partire il colpo fatale. Una realtà sconcertante che, forse, trova terreno fertile anche nelle famiglie moderne, sempre più scollate, con vissuti comuni rarefatti e spesso consumati solo nelle “liturgie obbligate”, come le festività. La crisi dei figli, forse, nasce anche dalla confusione dei punti di riferimento che dovrebbero essere forti e stabili, in questi tempi dove la figura normativa del padre ad esempio, è sempre più depotenziata a favore di una sopravvalutazione della figura materna.