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Il ruolo di televisione e videogiochi nei livelli di melatonina

Molto tempo passato davanti alla televisione, a divertirsi con i videogiochi. I bambini crescono così oggi; utilizzando, inoltre, con enorme facilità i tablet e gli smartphone. Entrano in rete ogni giorno, avendo una fruibilità quasi totale sulle notizie, senza molti filtri. Un fenomeno che fa bruciare molte tappe, accelerando la crescita dei bambini, e anche degli adolescenti. La pubertà sembra arrivare prima rispetto alla media. A portare queste conclusioni è stato un esperimento condotto dall’Università degli Studi di Firenze. Settantaquattro studenti, compresi in una fascia di età tra i 6 e i 12 anni, per una settimana non hanno guardato la Tv. Il risultato più evidente è stato che il loro organismo ha prodotto il 30% in più di melatonina. Per ottenere questi dati sono stati previsti due prelievi delle urine: il primo effettuato immediatamente prima di iniziare la fase di astinenza dalle tre ore passate davanti l’esposizione dei media, il secondo effettuato, invece, l’ultimo giorno dell’esperimento. I risultati hanno dimostrato, nei bambini e negli adolescenti, un aumento della produzione di melatonina di circa un terzo rispetto all’inizio della settimana dell’esperimento. Un aumento decisamente maggiore è stato riscontrato nei bambini più piccoli.

La ricerca ha così potuto affermare che una prolungata esposizione alla luce e alle onde elettromagnetiche dei supporti audiovisivi fa calare la produzione ormonale, con la conseguente alterazione dei cicli sonno-veglia regolati dall’ipotalamo e anticipa i tempi dello sviluppo sessuale: ciò avviene se la presenza della melatonina è bassa, in caso di abbondanza lo sviluppo si mantiene regolare. La melatonina è un ormone prodotto dalla ghiandola pineale, detta anche epifisi, che è posta alla base del cervello. È sintetizzata in assenza di luce, soprattutto tra le due e le quattro di notte. Pertanto, limitare l’utilizzo della televisione e di tutti gli altri dispositivi video non diventa solo un fatto educativo, ma tutela da un punto di vista fisiologico e la regolare crescita dei bambini.

I rischi legati alle capacità relazionali e sociali nei bambini

Uno studio pubblicato su “Pediatrics” e su “Mente e Cervello”, condotto negli Stati Uniti nella Johns Hopskins Bloomberg School of Public Health di Baltimora, ha evidenziato come l’eccessivo utilizzo della televisione influisce in modo negativo sulle capacità relazionali e comportamentali dei bambini. Questo avviene a prescindere dalla qualità dei contenuti dei programmi cui i bambini assistono. I condizionamenti avvengono solo per il semplice fatto di essere seduti davanti allo schermo acceso. La responsabile della ricerca Kamila B. Mistry, in merito a questo studio, non ha nascosto la considerazione che più tempo i bambini trascorrono a guardare la tv, maggiore è il rischio che il loro equilibrio psico-fisico sia disturbato.

Gli studiosi hanno analizzato i risultati dell’incremento e della riduzione del tempo d’esposizione, di bambini tra i due e i cinque anni di età, su un gruppo di 2700 unità. Questo campione era suddiviso in tre sotto-gruppi:

  • Bambini di due anni e mezzo che guardavano la Tv per circa due ore al giorno;
  • Bambini di cinque anni e mezzo che guardavano la Tv ben oltre le due ore giornaliere;
  • Bambini dai due anni e mezzo fino ai cinque anni e mezzo che hanno costantemente guardato la tv per oltre due ore.

I componenti di quest’ultimo gruppo hanno presentato serie difficoltà di socializzazione e disturbi del comportamento. Tali disturbi si sono evidenziati più marcatamente in modo direttamente proporzionale all’aumento delle ore passate a guardare la televisione. I piccoli del primo gruppo, con un basso grado di esposizione alla tv, non hanno presentato problemi di rilievo dal punto di vista comportamentale. L’esperimento, ha valutato inoltre i risultati ottenuti riducendo il tempo dedicato alla Tv da parte di quei bambini che ne abusavano ed eseguendo dopo alcuni mesi di nuovo il test con il risultato che i problemi relazionali sono stati notevolmente attenuati.

Pertanto, l’utilizzo compulsivo della televisione e di tutti gli altri supporti mediatici è un problema annoso. Un’abitudine passiva, che rallenta il pensiero e lo indebolisce. Le ricerche fatte in proposito non lasciano spazio a dubbi: un mondo virtuale che isola, fin dalla tenera età. Non è solo un problema di filosofia di vita. I danni fisici e cognitivi sono elementi che dovrebbero, da soli, portare a una maggiore educazione nel limitare l’uso della televisione, sfruttando questo tempo facendo una bella passeggiata al parco, magari con un amico. Considerazioni banali, retoriche, qualunquiste, probabilmente sì, ma pur sempre utili per ricordarsi di volersi bene e volere bene ai propri figli.