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La mente riconosce il proprio gruppo di appartenenza

La mente è più propensa a riconoscersi in un gruppo di appartenenza, come nel caso di un partito politico, poiché va a rinforzare la propria identità. Questo avviene senza fare una valutazione obiettiva e l’accuratezza delle informazioni del programma politico, del partito in cui ci si riconosce, ne risente. Tale affermazione è alla base di un nuovo modello di teorie, sviluppato con le ricerche in neuroeconomia, che è stato battezzato “credenza basata sull’identità”.

Quando si ascoltano i media tradizionali e si naviga sui social network, per avere delle informazioni, la disponibilità a credere alle notizie è dettata in gran parte dall’identità e il senso di appartenenza. Tutto quello che rende un’informazione attendibile come la professionalità dei giornalisti e comunicatori vari, l’affidabilità delle fonti e l’accuratezza nella dovizia di particolari per cimprendere bene un fatto, passano in secondo piano. Proprio in conseguenza di questo modo di percepire, l’ondata di false notizie, le note fake news, che travolgono in special modo il web, hanno gioco facile nell’attecchire in molti strati dell’opinione pubblica la quale, a sua volta, la fa girare come notizia dotata di fondamento.

La neuroeconomia

Anche la manipolazione del consenso trova enormi praterie per aggregare milioni di persone in un pensiero che, ad esempio, può essere trasmesso da un partito. Lo psicologo Jay Van Bavel, e altri suoi colleghi della New York University, lo sostengono in un articolo pubblicato sulla rivista “Trends in Cognitive Sciences”, come riportato anche da lescienze.it. É una teoria ottenuta tramite le più recenti acquisizioni nel campo della neuroeconomia, la quale studia le modalità della mente nel prendere decisioni di tipo economico, ed è una branca delle neuroscienze.

Nella neuroeconomia, sempre più esperti sono convinti ad accorpare una serie di teorie nel modello che lo psicologo Van Bavel ha battezzato “Credenza basata sull’identità”. Il concetto alla base di quest’avveniristico modello è che ogni individuo assegna differenti valori a idee differenti, valutandole con ciò che è più importante per se stessi in quel momento. Una volta applicato questo metro di giudizio, si dovrebbero confrontare le diverse dottrine di pensiero e valutare quale sia la più veritiera.

L’importanza dell’identità

In questo percorso cognitivo è fondamentale l’identità. Il valore che è dato alle diverse proposte subisce il forte condizionamento da parte della fazione politica in cui ci si riconosce. Ecco perché è fondamentale, per le persone interessate, avere un partito, un giornale di riferimento che farà sempre da cassa di risonanza alle linee di pensiero generali, che accomunano in un credo politico. Il senso di appartenenza aiuta a definire una persona, fortificandola nel “senso del sé”. E questo conduce su un terreno impervio, poiché si rischia spesso di perdere l’obiettività, non ci si cura più di tanto nel giudicare correttamente le azioni e le parole del proprio leader. Si è inconsciamente più indulgenti, giacché l’idea proviene dal gruppo di appartenenza.

In merito al discorso Van Bavel dichiara: “Avere una fonte di notizie davvero di alta qualità non risulta fondamentale, se si pensa che le persone che le producono appartengano a un gruppo diverso dal proprio. Potrebbe avere i migliori scrittori, i migliori giornalisti investigativi, i migliori standard editoriali, tutte le cose che normalmente interesserebbero, ma non importa: si smette di dare importanza a tutto ciò e ci si focalizza solo sull’appartenenza”.

Nuove strategie

Jay Van Bavel è convinto che questo nuovo modello di teorie possa contribuire efficacemente a elaborare strategie per aiutare nel superamento delle differenze, non solo ideologiche, politiche. Poiché le verità assolute non appartengono solo alla destra o alla sinistra, per Van Bavel è basilare aumentare il valore di un’idea o una notizia. E questo può avverarsi solo se si toglie la “dittatura” del pensiero unico legato all’appartenenza. Per acquisire un maggiore spirito critico le persone, secondo lo psicologo, dovrebbero partecipare ad attività dove la precisione risulta fondamentale per il buon esito dello scopo. Come, ad esempio, partecipare a una giuria popolare per un processo in tribunale.

Le persone dovrebbero ragionare più in astratto, sentendosi cittadini di una nazione e non soltanto recintandosi dentro una sola fazione politica. Si deve prestare attenzione anche quando ci si confronta con individui di opposta idea politica; se si critica e insulta l’avversario, si va ad aumentare il senso di appartenenza dell’altro, creando una barriera invalicabile. Bavel termina affermando che è prioritario, infatti, prima affermare il senso d’identità e, in seguito, presentare informazioni in contraddizione con ciò in cui si crede.

La politica è presente in ogni momento della giornata. Anche quando si discute con il fruttivendolo sul prezzo delle arance, si sta facendo politica. Per quanto riguarda lo spirito critico, non dovrebbe essere necessario il modello della “credenza basata sull’identità” per attivarlo poiché dovrebbe essere formato in ognuno. Questa nuova catalogazione racconta un’altra verità e può accorrere in aiuto di tutte quelle persone che non vogliono saltare gli steccati ideologici, e ragionare così sul bene comune, non ubbidendo ciecamente a ragioni di partito. Ben venga quindi la “credenza basata sull’identità”, fiorita grazie agli studi della neuroeconomia, se aiuterà le persone nel non lasciarsi abbindolare dalle fake news potendo, così, costruirsi un’informazione con i giusti dati.