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Dal trauma alla sua risoluzione: gli strumenti della Psicologia delle Emergenze

Come accennato nell’articolo precedente, la Psicologia delle Emergenze si configura come la disciplina psicologica che, una volta indagati il comportamento individuale, gruppale e comunitario in caso di eventi traumatici, si propone di ripristinare il buon funzionamento delle persone coinvolte direttamente e indirettamente negli eventi medesimi. In che modo lo fa? Attraverso una serie di strumenti e tecniche con cui diventa possibile sollecitare ed incrementare, a livello individuale e collettivo, le strategie di coping delle vittime, il loro livello di empowerment, la gamma di emozioni (principalmente positive) da essi esperibili, il loro interesse per le attività quotidiane e la qualità della loro salute. Fra gli strumenti è possibile annoverare:

  • il Counselling;
  • il Defusing;
  • il Debriefing;
  • l’EMDR (Eye Movement Desensitization and Re-processing).

Il counselling

Il counselling è una tecnica di “pronto soccorso emotivo” utilizzabile in contesti di non particolare e significativa problematicità. Tale strumento, nella psicologia delle emergenze, può essere individuale e/o di gruppo e mira a perseguire e conseguire i seguenti obiettivi:

  • sollecitare e rinvigorire la consapevolezza individuale rispetto alle proprie risorse e ai propri limiti, come punto da cui partire per imparare a gestire aspetti problematici del proprio funzionamento;
  • favorire la crescita individuale rispetto alle abilità di problem-solving e gruppale rispetto alle capacità di lavorare insieme per fronteggiare i cambiamenti che derivano da eventi paranormativi che colpiscono la collettività;
  • facilitare l’empowerment del singolo e del gruppo a cui appartiene;
  • incoraggiare l’individuazione dei propri scopi e lavorare per tappe intermedie.

Il Defusing

Il Defusing è uno strumento di cui ci si serve per aiutare le persone coinvolte in un trauma a gestire lo stress che segue immediatamente all’evento medesimo. Tale intervento, della durata di 20-40 minuti, è rivolto a gruppi di sei/otto persone e viene suddiviso in tre fasi:

  • Fase di introduzione: gli psicologi si presentano al gruppo, esplicano le finalità dell’intervento e introducono le regole basilari della tecnica (rispetto reciproco e vincolo della riservatezza) e le modalità di articolazione dell’intervento;
  • Fase di esplorazione: i membri vengono esortati, uno alla volta, a parlare dell’evento traumatico esperito e delle reazioni emotive prevalenti;
  • Fase di informazione: gli psicologi si pongono a rassicurare i membri del gruppo circa la normalità delle loro reazioni emotive ed a valorizzare le risorse e gli elementi positivi che emergono dai racconti, in modo da favorire l’ancoraggio del gruppo ai punti di forza di ciascuno e promuovere un cambiamento positivo.

Il Debriefing

Il Debriefing è un intervento messo in atto qualche giorno dopo il trauma, della durata di 2-3 ore, e rivolto a gruppi di quindici/venti persone. Dopo una prima fase introduttiva, durante la quale i professionisti presentano al gruppo il loro ruolo e la natura dell’intervento, i partecipanti al gruppo vengono invitati ad esporre, a turno, i fatti accaduti dal proprio punto di vista, i pensieri formulati durante l’evento traumatico, le emozioni esperite durante l’evento e nei giorni successivi, eventuali sintomi somatici percepiti. Alle descrizioni dei membri del gruppo segue un momento informativo, i cui i professionisti forniscono alle persone coinvolte strategie di gestione dello stress e dell’ansia ed informazioni su come poter reinserirsi nella comunità.

L’Eye Movement Desensitization and Re-Processing (EMDR)

L’Eye Movement Desensitization and Re-Processing (EMDR) è uno strumento che si serve del movimento oculare della persona vittima di un evento traumatico al fine di fronteggiare i sintomi di stress e di disagio emotivo esperiti. Tale tecnica di desensibilizzazione e rielaborazione dell’evento consiste nel chiedere alla persona di raccontare l’evento traumatico vissuto mentre segue con gli occhi la mano dell’esperto e nell’osservare i movimenti oculari della persona mentre racconta l’esperienza. In tal modo, diventa possibile per l’esperto (esclusivamente uno psicoterapeuta appositamente formato) comprendere le esperienze del paziente immagazzinate nella memoria in maniera disfunzionale e lavorare per consentire una rielaborazione funzionale dell’evento.

 

Riferimenti bibliografici

Andronico, F. (2014). Progetti di Psicologia per l’Esame di Stato. Roma, RM: Alpes Italia Srl.