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Le famiglie ad alto profilo

L’abuso di sostanze è stato ampiamente trattato nella conferenza tenutasi a Roma il 13 Aprile, promossa dall’organizzazione inglese iCAAD che gestisce convegni in tema di dipendenze in varie nazioni. Tra gli ospiti invitati, mi ha colpito l’intervento del Dottor Gerber il quale illustrava l’abuso delle sostanze all’interno delle famiglie ad alto profilo e dei rischi a cui potrebbe andare incontro un terapeuta.

Per famiglie ad alto profilo si vuole intendere coloro che hanno un benessere economico molto elevato. Una ricerca condotta sulla ricchezza delle famiglie dalla Boston Consulting afferma che in Italia sono presenti circa 307 mila famiglie milionarie, ovvero l’1,2% del totale, ma che possiedono il 20,9% della ricchezza finanziaria Italiana (azioni, obbligazioni, depositi e strumenti di liquidità). In questo articolo parleremo quindi di quella fetta di popolazione che si allontana di molto dalla quotidianità e dal livello standard di vita.

Dalla seconda metà degli anni ’90 gli studiosi pongono la loro attenzione sui rischi che i giovani appartenenti alle famiglie ad alto profilo possono incontrare durante la crescita. Sunyva S. Luthar, docente emerita alla Teachers College Columbia University, afferma che questo ritardo nelle ricerche sia dovuto principalmente a due false credenze. Da una parte si pensava che i giovani appartenenti a famiglie ad alto profilo non vivessero esperienze diverse dalla classe media; dall’altra, date le loro condizioni privilegiate, si riteneva che la vita di questi giovani fosse assolutamente fantastica.

 

I soldi fanno la felicità?

Luthar (2003) ha condotto una ricerca, prendendo in considerazione unicamente le famiglie con un reddito di almeno 150 mila dollari l’anno, ovvero quasi il doppio della media nazionale. Da questo studio emerge che gli adolescenti delle famiglie ad alto profilo hanno una probabilità doppia, rispetto a coloro che sono cresciuti in altre famiglie, di sviluppare comportamenti antisociali o devianti. Sono infatti a rischio per l’insorgenza di depressione, ansia, autolesionismo, disturbi alimentari, uso e abuso di alcool o sostanze, tentativi di furto o atteggiamenti violenti.

In base a quanto emerso nella ricerca, i fattori di rischio sono riconducibili soprattutto a due grandi categorie: da una parte vi sono le eccessive pressioni legate al raggiungimento degli obiettivi, a volte troppo pretenziosi, dall’altra l’isolamento che subiscono da parte dei genitori, sia emotivo che fisico. La continua richiesta di mantenere un comportamento impeccabile, di ottenere il massimo dei voti e di eccellere in qualsiasi attività, aumenta il livello di ansia percepita e potrebbe portare il ragazzo ad usare delle sostanze.

L’isolamento genitoriale è affiancato anche da una difficoltà nel creare relazioni emotive costruttive e sincere poiché di solito tutto ciò di cui hanno bisogno, viene comprato. Il sistema culturale che caratterizza queste famiglie è molto individualista, il singolo deve pensare unicamente a sé e se fallirà nel raggiungere un obiettivo, la colpa sarà unicamente sua.

 

Il cliente ad alto profilo in terapia

In linea con quanto esposto finora il Dottor Gerber  afferma che coloro i quali crescono in famiglie ad alto profilo sono riempiti di costosi regali materiali che dovrebbero colmare il vuoto emotivo, causato dall’isolamento genitoriale e dalla mancanza di una reale rete amicale. Infatti coloro che appartengono a famiglie ad alto profilo, provano spesso sfiducia e sospetto nei confronti degli altri poiché non sono convinti che chi si avvicina a loro lo fa per soldi o per come sono. Inoltre l’ansia dovuta alle forti aspettative esterne, a causa di obiettivi sempre più pretenziosi, potrebbe portare l’individuo ad avvicinarsi alle sostanze.

Egli sostiene che le famiglie ad alto profilo abbiano una forte resistenza ad andare in terapia poiché questo significherebbe ammettere che hanno una dipendenza. Inoltre in ambienti ricchi, l’uso di sostanze è ampiamente diffuso, ciò implica che anche nel gruppo di pari sussiste un tacito assenso su tali comportamenti. Questa consuetudine rende la possibilità di ricaduta molto alta e rappresenta un freno per coloro che vorrebbero andare in terapia e farsi aiutare.

 

Scritto da Federica de Lillis, Dott.ssa in Psicologia dello sviluppo tipico e atipico presso Facoltà di Medicina e Psicologa La Sapienza.

 

Riferimenti bibliografici
Luthar, S. S. (2003). The Culture of Affluence: Psychological Costs of Material Wealth. Child Development74(6), 1581–1593.