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Alcuni dati

In Italia vivono un milione di consumatori di cocaina, 285mila di eroina e 590mila utilizzatori di ecstasy, Lsd e amfetamine. Secondo l’ultima relazione al parlamento sulle tossicodipendenze, nel 2018 sono morte per overdose 334 persone, 38 in più rispetto all’anno precedente. Tra il 2017 e il 2018 c’è stata una crescita del 28 per cento di ricoveri per oppiacei, un valore che per la cocaina sale invece al 38 per cento. L’overdose di oppioidi è la seconda causa di morte, dopo l’AIDS, nelle persone dipendenti di eroina. La via di somministrazione dell’eroina influenza significativamente la capacità dell’eroina di causare overdose e morte. La maggior parte delle overdose di eroina, mortali e non, sono causate dalla sua iniezione in vena; un minor numero di decessi lo si registra in seguito alla somministrazione di eroina per via nasale.

Dagli studi emerge che la prevalenza delle overdose con esito mortale si registra in consumatori di età media tra i 20 e i 30 anni, che hanno fatto uso di eroina da 5-10 anni e che presentano un grado di dipendenza significativo. Il decesso, nella maggior parte dei casi, avviene quando il soggetto è in presenza di altre persone in un arco di tempo compreso fra 1 e 3 ore dall’assunzione della dose o dal mix di sostanze. I soli livelli di morfina non sono responsabili di molti dei decessi eroina-correlati, mentre è il poliabuso di sostanze (ovvero l’uso combinato di più droghe, in particolar modo di alcol e benzodiazepine insieme all’eroina) il maggiore responsabile. Probabilmente, la combinazione di eroina con sedativi potenzia la capacità dell’eroina di causare il decesso. È importante precisare che in questo intervallo di tempo si dovrebbe intervenire tempestivamente così da poter salvare la vita del consumatore. Infatti, se in questo tempo viene somministrato un farmaco salvavita (ad esempio Naloxone), ci sono numerose possibilità di evitare l’esito infausto.

 

L’overdose può capitare a chiunque ed in qualunque momento

Per chi usa eroina ci sono alcune cose da sapere per evitare gravi pericoli.

Il rischio di overdose aumenta:

  • se usi una dose troppo potente;
  • se è molto tempo che non ti fai, poiché sei molto più sensibile agli effetti dell’eroina;
  • se usi una droga con “cattivo taglio”;
  • se le tue condizioni di salute non sono buone;
  • se usi un mix di alcool, sedativi ed eroina;

Dall’osservazione clinica si è potuto notare come la maggior parte delle persone in uscita dal carcere o dalla comunità terapeutica non ha consapevolezza del maggior rischio di overdose (e del modo per prevenirlo) in cui incorrerebbero in caso di nuovo uso di eroina. Infatti, chi esce dal carcere o dalla comunità e per un prolungato tempo non ha consumato l’eroina, nel momento in cui decide di rifare uso di questa sostanza, lo fa “ripartendo” dalle dosi precedenti. Questo è un grande rischio perché il corpo non è più abituato a quella dose e, per questo, la probabilità di andare in contro ad una overdose aumenta.

 

Quale prevenzione?

Le morti per overdose sono sempre attuali; per questo motivo è necessario tener presente alcuni aspetti:

  • la possibilità che molte di esse non siano accidentali ma volutamente cercate; l’abitudine ad iniettarsi in solitudine e in luoghi appartati, che rende molto più difficile il soccorso;
  • il compagno in overdose viene spesso abbandonato per paura di essere coinvolti negli accertamenti di Polizia successivi al ricovero o ad una eventuale morte;
  • quando viene prestata assistenza il più delle volte avviene in modo inadeguato e casuale, in quanto solitamente anche chi presta soccorso è sotto l’effetto della droga e quindi non lucido e vigile.

Date queste premesse è fondamentale attuare una campagna di sensibilizzazione e di prevenzione per ridurre il rischio di overdose: informazioni sulle cause e sui meccanismi dell’overdose, sulle sostanze e sulle condizioni che ne incrementano il rischio (uso contemporaneo di alcol, sedativi ecc.); prendere coscienza delle condizioni sociali e ambientali che possono ridurre il rischio (uso di eroina in luoghi non isolati, facilmente raggiungibili e vicini a punti in cui chiedere aiuto); riconoscere precocemente i segnali dell’overdose per intervenire tempestivamente.

 

Riferimenti bibliografici

http://www.politicheantidroga.gov.it/media/2596/rap_2019-dati-2018.pdf

http://www.dronet.org/lineeguida/ligu_pdf/prevoverdose.pdf

https://psiche.cmsantagostino.it/2020/05/13/dipendenze-patologiche-pandemia/