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Età evolutiva

Il disturbo da ansia da separazione nel bambino

Ansia da separazione

Ansia da separazione: riguarda uno stadio di sviluppo infantile nel quale il bambino sperimenta forte ansia quando viene separato dal genitore. Si differenzia dalle occasionali e lievi situazioni di preoccupazione sperimentate dai bambini poiché può influenzare notevolmente la vita di una persona, limitando la sua capacità di svolgere regolari mansioni quotidiane. Quando il bambino sperimenta riluttanza a lasciare un genitore significa che l’attaccamento tra bambino e caregiver è avvenuto. Nonostante le ansie da separazione siano normali nei bambini intorno agli otto/quattordici mesi, i quali iniziano appena ad esplorare l’ambiente, ciò non lo è per bambini più grandi (dai 7 anni in su). Per essere diagnosticato come un vero e proprio disturbo, il fenomeno deve causare stress o disagi sia sociali che scolastici, e tali sintomi devono durare almeno un mese. Spesso il disturbo si sviluppa a seguito di eventi traumatici come la morte di un genitore o di un parente, un episodio di ospedalizzazione, o a seguito di una separazione/divorzio.

Come si manifesta

L’ansia da separazione è considerata “sana” e fa parte del normale sviluppo infantile fino ai sei anni d’età. Il primo episodio di ansia da separazione si sperimenta intorno agli 8-10 mesi di vita, periodo in cui i bambini piangono se nel loro ambiente è presente un estraneo. Dai 18 ai 24 mesi, invece, i bambini iniziano ad esplorare e a comprendere ciò che hanno intorno e tornano frequentemente vicino al genitore, alla ricerca di sicurezza. Bambini con disturbo da ansia di separazione manifestano preoccupazioni eccessive anche solo ad immaginare un ipotetico allontanamento da parte del genitore; anche brevi episodi di lontananza come l’andare a scuola, a dormire o andare a fare la spesa possono essere una grande fonte di stress e sofferenza.

Alcuni sintomi sono:

  • Eccessivo disagio quando si sperimenta la separazione
  • Forte preoccupazione dopo l’allontanamento
  • Paura dei ladri, di essere rapiti, di avere un incidente
  • Paura di uscire di casa per andare a scuola
  • Incubi notturni connessi alla separazione
  • Rifiuto categorico di dormire da soli
  • Mal di pancia frequente, nausea, mal di stomaco.

Una volta costretti a separarsi dai genitori, i bambini possono mostrare apatia, ritiro sociale, tristezza e difficoltà a mantenere l’attenzione.

Come dovrebbe comportarsi la scuola

Purtroppo, l’ansia di separazione incide in maniera molto forte sulla frequenza scolastica e la successiva socializzazione del bambino con le insegnanti ed il gruppo dei pari. Qualora questo problema dovesse espandersi anche nell’ambiente scolastico, fondamentale è adeguarsi ai tempi del bambino, lunghi o brevi che siano. Non bisogna forzarlo a fare ciò che per lui è fonte di grande disagio, ma è importante accompagnarlo in un lungo percorso che lo aiuti a ritrovare la fiducia verso l’estraneo e verso un ambiente che non è quello di casa. In questo caso, la relazione scuola-famiglia deve essere un punto saliente a livello comunicativo ed organizzativo, al fine di stabilire un piano personalizzato modificabile in base ai progressi che il bambino metterà in atto nel corso del tempo.

Alcuni consigli pratici per insegnanti e scuola:

  • Rispettare i sentimenti del bambino: la paura e l’ansia provocate dal distacco dal genitore sono vere, di conseguenza: mai minimizzare o sminuire il problema. Il bambino ha bisogno di sentirsi compreso e rassicurato da chi lo circonda. Ha bisogno di sentirsi dire: “Mamma e papà tornano non appena avrai finito le lezioni. Andrà tutto bene.”
  • Rientro graduale a scuola: nel caso in cui il bambino manifestasse un rifiuto nell’andare a scuola, insegnanti e genitori devono accordarsi per decidere e stabilire degli orari flessibili in cui il bambino potrà farvi ritorno, anche se per poco tempo.
  • Invogliarlo alla relazione con i pari: il disturbo potrebbe portare ad isolamento sociale, rendendo complicato lo sviluppo di una relazione con i membri della sua classe. Obiettivo importante è quello di creare dei momenti in cui tutti gli alunni si raccolgono in gruppo, favorendo la conoscenza di uno con l’altro.
  • Permettere al bambino di mettersi in contatto con i genitori: molto spesso il bambino manifesterà il bisogno di chiamare i genitori, semplicemente per rassicurarsi che tutto vada per il verso giusto. Di conseguenza, bisogna stabilire 2/3 momenti durante la giornata scolastica in cui il bambino possa mettersi in contatto con la propria famiglia.
  • Mai punire il bambino per questo disturbo: mai sgridare o far sentire il bambino a disagio perché prova ansia nell’allontanarsi dai genitori. Cercate sempre di comprendere le sue difficoltà andandogli incontro in qualsiasi momento.

 Consigli utili per la famiglia

Molto spesso i bambini in casa potrebbero pronunciare frasi come: “Non mi lasciare da solo”, “E se mi abbandoni?”, “E se ti succede qualcosa di brutto?”. In tutto ciò, i genitori fanno sempre molta fatica a mantenere la calma di fronte al pianto disperato di un figlio che non vuole essere lasciato da solo, cedendo alle sue richieste di rimanere sempre con loro. E’ utile che i genitori accompagnino il bambino in un percorso a tappe per favorire l’acquisizione di nuove abitudini ed il superamento di questa fase transitoria. I bambini, in questa fase evolutiva, sono delle spugne: assorbono tutti gli stati emotivi presenti all’interno della famiglia. Di conseguenza, capirà ben presto se la mamma prova dei sensi di colpa nei suoi confronti per averlo lasciato solo.

Prima della separazione, è utile che i genitori lo preparino al distacco salutandolo in maniera rassicurante e assicurando lui che, non appena portati a termine i loro impegni, torneranno da lui. Ovviamente, sarebbe bene evitare situazioni improvvise: i bambini in questa fase hanno poca fiducia e, se viene messa in dubbio anche quella piccola parte, perdono la possibilità di fidarsi delle sue figure di riferimento.

Alcuni consigli utili per i genitori, al fine di seguire al meglio il proprio bambino alla risoluzione del problema:

  • Spiegare cos’è l’ansia: i bambini sono più tranquilli quando danno un nome a ciò che li rende ansiosi. Il loro non sapere di cosa si tratti li manda in confusione, sentendosi spaesati. Importante è dire al proprio figlio che l’ansia è cosa normale e che serve al nostro corpo per segnalarci un ipotetico pericolo.
  • In particolare, spiegare cos’è l’ansia da separazione: dire al bambino che è normale delle volte provare paura quando non si è con mamma e papà. Bisogna aiutarlo a comprendere quale è il vero e problema e spiegargli che, dopo una fase transitoria, tutto ciò passerà.
  • Rimanere tranquilli al momento della separazione: i bambini percepiscono subito gli stati d’animo dei genitori, e capiranno immediatamente se un genitore è preoccupato nel lasciarlo solo. Mantenere la calma al momento della separazione li aiuta a sentirsi più fiduciosi e tranquilli nel loro ritorno.
  • Premiare gli sforzi: riconoscete i piccoli obiettivi. Aiuterà loro ad avere maggiore fiducia in loro stessi e a costruire anche autoefficacia nel portare a termine azioni in maniera autonoma.

E’ utile considerare che l’ansia da separazione non sia un disturbo così importante da destabilizzare in maniera definitiva il bambino, ma semplicemente rappresenta una tappa della crescita e del suo sviluppo emotivo: bisogna armarsi di tanta pazienza e gestirla con la dovuta calma.

 

Bibliografia

Attili G. (2001), Ansia da separazione e misura dell’attaccamento normale e patologico (2001), Milano: Unicopli

Bisogni M.M, Brizzi C., Cardinali L. (2008), Legame di attaccamento e ansia da separazione Ariccia: Aracne Editore