Skip to main content

Un artista gattofilo

L’opera di Louis Wain continua ad essere al centro dell’attenzione sin dall’epoca della sua morte (1939). L’artista vittoriano è particolarmente noto in ambito psichiatrico più che in quello artistico, data la sua produzione monotematica. Wain passa la sua vita a disegnare gatti e il suo pubblico sarà principalmente formato da gattofili e appassionati di quell’arte definita “schizofrenica”: i primi perché attratti dai felini rappresentati in pose e comportamenti umani, gli altri perché affascinati dalla fissazione per un unico soggetto e dalla sua evoluzione formale. In molti ritengono che nella progressiva astrazione dei tratti del gatto si possa leggere il graduale deterioramento della psiche di Wain. Sebbene non sia mai stata diagnosticata ufficialmente, si crede fosse stata la schizofrenia ad aprire la porta su forme e colori astratti, lontani dalla realtà. Pertanto la trasformazione dei suoi gatti è stata studiata come indice dell’aggravarsi della sua malattia.

Louis Wain nasce nel 1860 in Inghilterra; la sua natura curiosa lo porta a frequentare la West London School of Art, dove alcuni anni dopo terrà delle lezioni. In seguito alla morte prematura del padre per mantenere sua madre e le cinque sorelle si reinventa come illustratore per diversi giornali di Londra. Nel 1884 sposa la governante delle sorelle, Emily Richardson, che poco dopo il matrimonio si ammala di cancro. Durante la malattia Louis inizia a ritrarre il gattino che avevano adottato e che passava tutto il giorno sul letto accanto alla sua padrona. Peter, il gattino bianco e nero, diventa il protagonista delle vignette di Wain. Dal 1886 iniziano le commissioni per illustrare libri per bambini e varie riviste, ma Emily muore prima di vedere realizzato il progetto con protagonista il loro gattino. Louis cade vittima dell’ansia e della depressione, ma continua a lavorare duramente, a ritrarre gatti in un continuo omaggio alla sua defunta moglie.

I gatti antropomorfi e il manicomio

I primi gatti antropomorfi di Wain appaiono nel 1886 in A Kittens’ Christmas Party, numero natalizio di Illustrated London News. Sono i primi esperimenti, i primi schizzi di Peter che lo vedono in pose e movenze inusuali. In un secondo momento i gatti iniziano a camminare eretti, a indossare vestiti alla moda e ad essere rappresentati durante i rituali sociali degli uomini, negli atteggiamenti più svariati: prendono il tè, giocano a carte, suonano strumenti musicali, vanno a teatro, pescano, fumano, giocano a golf. La critica ritiene che le vignette di Louis non costituiscano una satira sociale, ma senza dubbio l’artista si diverte a sottolineare le mode del tempo. I suoi ritratti di gatti antropomorfizzati catturarono l’immaginazione dell’era Edoardiana, le loro bizzarre espressioni piacciono, intrattengono.

L. Wain, The Naughty Puss (1898)

L. Wain, Gatti al bar. (s.d.)

L’amore che Louis nutre per i gatti è sicuramente alla base della sua produzione: dal 1898 al 1911 è presidente del National Cat Club ed è pertanto impegnato attivamente. Inoltre alcuni hanno visto nell’attaccamento di Emily a Peter, nel sollievo che il micetto le recava, la prima forma di pet therapy. Louis rimane affascinato da tutto questo, per sua stessa dichiarazione. Sebbene come illustratore sia particolarmente prolifico, negli anni Venti, dopo la Grande Guerra, Wain cade in disgrazia. L’instabilità mentale aumenta gradualmente, la depressione si trasforma in aggressività e violenza. Nel 1924 è condotto nello Springfield Mental Hospital, un manicomio per indigenti. L’artista non è nuovo a questo genere di cose, dato che qualche anno prima una delle sorelle è stata internata. In ogni caso alla notizia del suo ricovero diverse personalità di spicco – tra cui lo scrittore Herbert George Wells e il Primo Ministro Ramsay MacDonald –  si muovono per farlo trasferire in un posto più dignitoso, il Royal Bethlem Hospital, più moderno e accogliente. Louis morirà nel 1939 a 79 anni nel Napsbury Hospital, dove era stato traferito nove anni prima.

Malattia o creatività?

In manicomio Louis non smette di disegnare, anzi è proprio qui che produce i primi “gatti caleidoscopici”. Dai quelli antropomorfizzati passa ai gatti dall’aspetto psichedelico, dove gli occhi diventano enormi e le figure esplodono in forme geometriche estremamente colorate. Questa trasformazione graduale è stata letta nell’ottica della sua psicosi ed è pertanto stata sfruttata come mezzo per mostrare visivamente il progredire della malattia. In molti manuali di psicologia è riprodotta una successione che mostrerebbe l’evoluzione dal figurativo allo psichedelico all’astratto. La credenza che i suoi disegni fossero segni della malattia mentale risale agli anni Sessanta. Bisogna tener presente che alcuni anni prima era stata avanzata l’ipotesi che la schizofrenia potesse essere in qualche modo favorita dalla toxoplasmosi, malattia causata da una parassita del gatto trasmissibile all’uomo tramite le feci. Il disturbo di Wain viene così giustificato; oggi all’idea della schizofrenia si sono affiancate altre teorie che vorrebbero l’artista affetto dalla sindrome di Asperger o da demenza.

Evoluzione dal figurativo allo psichedelico all’astratto

Eppure in molti tralasciano dei particolari: innanzitutto Wain in manicomio contemporaneamente ai gatti non naturalistici continua a disegnare figure riconoscibili; i ritratti con motivi geometrici, linee e colori brillanti non si sostituiscono completamente alla realtà. Inoltre Louis non data mai le sue opere, dunque non è certo che quella comunemente mostrata sia la sequenza temporale corretta. Queste riflessioni portano all’altra opinione diffusa tra i critici circa la natura dei gatti psichedelici o astratti: è probabile che questi fossero semplicemente espressione della ricerca condotta dall’artista verso nuovi stili e nuove possibilità percettive. Le discussioni che vanno avanti da anni cercano una risposta dimenticando spesso un aspetto importante: Louis Wain aveva una vita difficile e per trovare conforto si impegnava a realizzare scenette curiose, esilaranti. È lo stesso conforto che cercava e otteneva Emily da Peter.

Circa la domanda sulla natura delle sue opere, forse sarebbe meglio accontentarsi dell’idea che a volte la verità sta nel mezzo.

 

Riferimenti bibliografici

ALLDERIDGE P. (2000). The Cats of Louis Wain, Paris: Bibliothèque de l’Image

Immagini

  1. Wain, The Naughty Puss
  2. Wain, Gatti al bar

Evoluzione dal figurativo allo psichedelico all’astratto

Immagine degli annali