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Il punto di vista di chi paga per fare sesso

Nell’articolo “Purezza vendesi: all’asta la propria verginità“, abbiamo parlato della giovane modella, che ha messo in vendita la propria illibatezza. Lo scopo era quello di ottenere una somma per potersi pagare gli studi e regalare un po’ di tranquillità alla sua famiglia d’origine. La verginità femminile è molto meno idealizzata di un tempo, forse. E farne un business non crea sconcerto, in un mondo dove si riesce a dare un prezzo a tutto. In questo articolo, come in quello sopra citato, non c’è da trarre nessuna morale e tanto meno giudicare le motivazioni. C’è chi vende e chi acquista, e qui interessano le dinamiche per riuscire a confrontarsi con un presente che cambia sempre più velocemente. Anche se “il mestiere più antico del mondo” resiste e si adegua ai tempi.

Fare sesso senza complicazioni

Chi paga per il sesso, può farlo per vari motivi: non essere particolarmente gradevole nell’aspetto fisico, bisogno di rapporti fugaci e senza preliminari, visione della donna come un oggetto. Potremmo aggiungere anche la curiosità, la voglia di trasgredire, un momento di solitudine. I motivi perché un uomo paghi le donne per fare sesso, sono molteplici. C’è chi condanna e chi è a favore della prostituzione, ognuno ha la sua opinione in merito, ma è una realtà che ha sempre fatto parte della storia dell’uomo.

In un vecchio articolo del Fatto Quotidiano, della giornalista Elisabetta Ambrosi, troviamo le dichiarazioni di un cliente delle escort. Antonio, 32 anni, dichiara che al giorno d’oggi si può andare a letto con chiunque, le donne moderne, secondo lui, saltano subito addosso o c’è sempre un imprevisto, insomma sono dei veri grattacapi. Con le escort, invece, è diverso. Il piacere non sta essenzialmente nell’atto sessuale, ma nel fatto che con lei ti rilassi: non ci sono zone di scontro, lei ascolta e ci mette passione quando si arriva al dunque. Certo, con ogni probabilità finge, in fondo lo fa per lavoro, ma non importa. Antonio afferma che gli va bene la recita, è come quando si guarda un film che piace e si vuole credere alla storia. Un’empatia a pagamento.

Si retribuiscono le prostitute non solo per il sesso, ma anche per instaurare una relazione sentimentale usa e getta, eliminando la parte dei litigi e delle incomprensioni. Avere l’illusione di essere amati e considerati da una donna. Viviamo un’epoca dove non c’è più tempo e i ruoli dei due sessi sembrano convergere in uno solo, in nome della parità, e l’uomo risulta essere quello più smarrito. Tanto da voler pagare per avere il surrogato di una relazione. Questo accadeva anche tanti anni fa, ma oggi appare come una esigenza primaria.

Il regalo più grande

I dati di una relazione del Censis dicono che l’8,7% degli uomini, quasi 2,5 milioni di italiani, frequenta le escort e non ci sono distinzioni di classe: medici, professori, operai, impiegati, disoccupati. L’articolo prosegue con le dichiarazioni dello psicoanalista Matteo De Simone, il quale ha intervistato decine di escort per il documentario girato da sua figlia, Sara De Simone. Il titolo, ironico, del documentario è Il regalo più grande: mio padre incontra una escort.

Nella sua ricerca, De Simone afferma che i clienti più ricchi organizzano veri e propri festini, offrendo le prestazioni delle escort agli invitati Un giro di soldi enorme che crea un indotto dove a guadagnarci non sono solo le donne che si prostituiscono, ma anche proprietari di case, fotografi, parrucchieri, estetisti. De Simone ha indagato anche i clienti occasionali, dove le dinamiche sono sempre le stesse, accompagnate da un linguaggio naif e il sesso risulta essere quasi in secondo piano, praticato in serie, dove gli uomini si convincono di far godere le ragazze, come se stessero seguendo un copione. Ma a condurre il gioco è sempre la escort.

Poi è il turno della ricercatrice Giorgia Serughetti, autrice del libro Uomini che pagano le donne. Nella sua indagine il cliente tipo non esiste, dichiara che i clienti sono senza tratti distintivi. Uomini qualunque e banali che cercano, nelle relazioni a pagamento, sesso, affetto e comprensione. La Serughetti traccia un profilo di uomini prevedibili, che chiedono sempre gli stessi servizi.

Donne percepite come oggetti

In un altro articolo dell’Huffington post, il profilo psicologico di chi va con le prostitute si delinea grazie ad una ricerca effettuata su 1200 uomini di Boston e pubblicato sul Journal of Interpersonal Research. È risultato che ben 101 individui che hanno usufruito di rapporti a pagamento, sono risultati stupratori e predatori sessuali. Nel resto degli intervistati sono risultati tratti personalità narcisistica e di mascolinità violenta e ostile. Si evidenzia, inoltre, la predilezione per i rapporti interpersonali senza alcun tipo di coinvolgimento emotivo.

Ma anche gli uomini non violenti, e che praticano occasionalmente sesso a pagamento, dimostrano di avere una concezione ugualitaria, ossia considerano le donne che frequentano alla stessa stregua delle prostitute. Maschilismo, disagio emotivo, isolamento, e proprio questi uomini sono quelli con la più alta probabilità di essere protagonisti di aggressioni violente sia nei confronti delle prostitute, sia nei confronti delle proprie compagne, mogli o amiche.

Chi paga per il sesso, nella stragrande maggioranza dei casi, non ne esce bene, stando a quanto riportato nei due articoli. Anche il facoltoso uomo che si aggiudicherà la verginità della modella italiana, non si discosta molto da questi profili, probabilmente. Un uomo banale, che non si posiziona in una determinata categoria sociale ma è multiforme. Un uomo emotivamente debole e insicuro in un caso, maschilista e violento in un altro. Difficilmente la solitudine e la poca avvenenza fisica, riescono a far delineare un profilo meno catastrofico di quelli descritti.

C’è da dire, però, che è in aumento anche il numero di donne che paga per un avere un rapporto sessuale; un argomento che affronteremo in un articolo futuro

 

Riferimenti bibliografici

Serughetti G. (2013), Uomini che pagano le donne. Dalla strada al web, i clienti nel mercato del sesso contemporaneo. RM: Ediesse ed.