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Che cos’è l’Ayahuasca?

Il termine Ayahuasca deriva da due parole Quechua (un’antica lingua parlata dalle popolazioni sudamericane). Aya significa anima, o spirito; huasca significa liana, o corda. L’Ayahuasca è dunque definita la “liana dello spirito”. È una pianta medicinale che si trova nelle foreste amazzoniche, dove viene usata da migliaia di anni da almeno 70 popolazioni native, nei Paesi del Sudamerica (Brasile, Ecuador, Venezuela, Colombia, Perù e Bolivia), che la considerano una pianta sacra. Proprio per questo è una pianta che viene utilizzata durante delle cerimonie di riti religiosi e spirituali. Per la precisione, l’Ayahuasca viene trasformata in una bevanda densa dal colore scuro e dal sapore molto forte, la cui preparazione può richiedere giorni. La si ottiene dall’unione di due piante: la chakruna, nelle cui foglie è contenuto il principio attivo del DMT, la cosiddetta “molecola dello spirito”, responsabile delle visioni e della connessione con il mondo spirituale; e la liana di Ayahuasca, che vanifica l’effetto inibitore del DMT e fa sì che visioni e stati meditativi durino più a lungo. Per tradizione, si fa esperienza dell’Ayahuasca durante una cerimonia notturna. Questa cerimonia è guidata da uno sciamano esperto, chiamato l’Ayahuasquero, che con la sua esperienza e la sua pratica nel corso degli anni ha sviluppato una connessione con lo “Spirito” della Pianta.

I partecipanti, disposti in cerchio, a turno si avvicinano allo sciamano che fa bere loro l’Ayahuasca. Quando tutti hanno bevuto, il resto della cerimonia si svolge nel completo buio della notte. I primi effetti della sostanza compaiono circa 30-40 minuti dopo averla assunta: ogni partecipante ha un’esperienza diversa, infatti, per qualcuno l’esperienza verte più verso una guarigione fisica, per altri ha a che fare con la sfera emozionale; c’è chi invece ha visioni che hanno significati emotivi e simbolici, altri ancora potranno ricevere informazioni o profonde intuizioni di natura spirituale. L’apertura delle porte della percezione, evidenziando soprattutto gli effetti psichedelici della sostanza, non è l’obiettivo principale di chi assume l’Ayahuasca: per tante persone, infatti, questa sostanza permette soprattutto l’inizio di un percorso di profonda conoscenza e trasformazione spirituale di se stessi.

 

Il “turismo” dell’Ayahuasca

Nell’ultimo decennio sempre più occidentali si sono riversati in Amazzonia per provare questa ormai famosa sostanza. L’Ayahuasca attira gli occidentali in Amazzonia per motivi diversi: per cercare un risveglio spirituale o per essere curati da dipendenze e malattie gravi, mentre altri la provano per riprendersi da un lutto, per combattere l’ansia o, più semplicemente, per sperimentare una potentissima sostanza. È opportuno precisare che l’assunzione di Ayahuasca è una cosa seria e richiede convinzione e consapevolezza, ma soprattutto dovrebbe essere somministrata da uno sciamano esperto, che conosce perfettamente gli effetti della sostanza e che, soprattutto, sappia calibrare bene le dosi. Purtroppo, però, negli ultimi anni è diventato un fenomeno esageratamente commerciale, così che la pianta viene “venduta” dalle agenzie turistiche peruviane, colombiane ed ecuadoriane come esperienza mistica, come se fosse uno sballo allucinogeno, soppiantandone completamente il valore spirituale.

Molte persone che vogliono sperimentare l’Ayahuasca si recano nell’Amazzonia peruviana, si fidano della prima persona che sostiene di essere uno sciamano e bevono ciò che gli viene offerto senza sapere cosa ci sia all’interno. Potrebbero esserci sostanze tossiche come la scopolamina, che è una sostanza che può mettere la persona in pericolo di vita. Da non sottovalutare sono certamente gli effetti che la sostanza produce: la persona può recuperare ricordi e visioni del passato anche molto traumatiche ed intense, tanto che l’esperienza può essere davvero travolgente e portare a crisi di pianto e scompensi umorali molto pervasivi. Quindi, se stai cercando di scappare dai tuoi problemi, prendere l’Ayahuasca è l’ultima cosa che dovresti fare, perché li mette proprio di fronte ai tuoi occhi e li rivivi più volte in maniera dolorosa. Non è, quindi, una sostanza ricreativa. È da considerare anche il fatto che questa sostanza ha una serie di reazioni fisiche che la rendono spiacevole. Nella sua forma abituale, ha un sapore tremendo, un pessimo odore e appena assunta produce bruciori di stomaco e una forte nausea, tanto che he la persona, dopo averla presa, spesso vomita.

 

Che succede in Europa ed in Italia?

L’Ayahuasca è arrivata fino in Europa, anche in Italia. Come segnala il Daily Mail non c’è bisogno di attraversare l’oceano per assaporarla. Da diverso tempo, infatti, si può trovare nel Regno Unito sia in contesti di gruppo dove viene bevuta in tazze da caffè per uno sballo in compagnia in cerca di illuminazione, ma anche online su siti web olandesi che offrono la possibilità della consegna a casa dell’erba, legale nel Regno Unito e negli Stati Uniti, ma non in Francia e in Canada, per meno di 9 sterline ogni 100 grammi. Numerose associazioni organizzano incontri di gruppo riprendendo i riti sciamanici, con musica e danze sacre, dove si beve questa sostanza dalle proprietà non solo visionarie ma anche terapeutiche. Infatti, diverse dottrine religiose brasiliane utilizzano l’Ayahuasca per curare l’alcolismo, la tossicodipendenza, ma anche numerosi disturbi mentali come depressione, autismo e schizofrenia.

In Italia però la DMT, una delle molecole dell’Ayahuasca, è inserita nell’elenco delle sostanze stupefacenti, anche se numerose sentenze della Cassazione – tra cui la Sezione IV, 6 Ottobre 2005, n. 44229 e Sezione I, 16 Febbraio 2007, n. 19056 – hanno stabilito che la sostanza non può essere considerata al pari di altre sostanze stupefacenti non consentite nel nostro Paese, perché “non può considerarsi sostanza drogante poiché derivata in maniera naturale da piante presenti in natura nella foresta amazzonica e non prodotta da elaborazione o sintesi umana volta a potenziarne gli effetti”. Facile a dirsi, ma la realtà è un’altra.

Il consumo di questa sostanza può portare ad esordi di schizofrenia, depressione, manie di persecuzione e anche al suicidio. Nel corso degli anni, ricordiamo diversi decessi in seguito all’assunzione di questa bevanda. Un ragazzo neozelandese di 24 anni, Matthew Dawson-Clarke, è morto durante un rituale Ayahuasca, un altro ragazzo di Bristol, Henry Miller, è diventato schizofrenico dopo aver assunto la sostanza e dopo poco tempo si è tolto la vita. E si tratta solo di alcuni decessi riconducibili all’infuso.

 

Conclusioni

Alla luce di quanto detto, appare opportuno riflettere sul fatto che l’Ayahuasca, al pari di qualsiasi altra sostanza utilizzata per motivi religiosi e spirituali, se viene espiantata dal suo background culturale, storico e sociale, perde ogni significato ritualistico e diventa mera sostanza stupefacente che ha l’obiettivo di far sballare la persona, per divertirsi e perché no, per moda. È semplicemente una caduta libera in un abisso senza ritorno, dove sostanze che agiscono sullo spirito, sul cervello e sul sistema nervoso sono usate come giocattoli, perdendo di vista anche le conseguenze che possono derivare dall’assunzione di questa sostanza. Oltre a ciò, spesso, come tutti del resto, le persone che la assumono non hanno minimamente idea di quanto il loro cervello possa essere sensibile o vulnerabile a determinati stimoli. Quindi ci chiediamo, anche se l’Ayahuasca non è considerata una droga, possiamo davvero trascurare i suoi effetti devastanti sulla salute mentale?

 

Riferimenti bibliografici

https://www.albertojosevarela.com/it/layahuasca-non-e-una-droga-ricreativa/

https://www.ilfattoquotidiano.it/2017/04/03/layahuasca-e-una-cosa-serissima-usarla-per-sballarsi-e-da-stupidi/3494737/

http://italocillo.it/ayahuasca-legale-italia/

https://vitaminaproject.com/cosa-ce-sapere-sullayahuasca-la-pianta-mistica-dellamazzonia/

https://www.researchgate.net/publication/232245041_Hypotheses_Regarding_the_Mechanisms_of_Ayahuasca_in_the_Treatment_of_Addictions