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Nuovi orizzonti sessuali, sempre più lontani

La sessualità oggi sta sempre più assumendo forme diverse, dalle relazioni 2.0  che annullano la nostra capacità di amare i piccoli difetti di chi ci attrae, sino a raggiungere la perfezione del partner, ai rapporti sessuali con Lumidolls e sex robot. Gli uomini e le donne sono alla ricerca della relazione perduta e tendono sempre più a negare l’umanità del sesso e dell’amore, perdendosi in quello che potremmo definire il mercato del sesso ambulante, ossia una vera e propria vetrina sulla quale soffermare lo sguardo per ore, in attesa del prodotto che fa per noi. Possiamo acquistarlo online o rubarlo da un negozio, come la bambola di silicone di nome Dorothy, caricata su un furgone da un uomo incappucciato che la desiderava ad ogni costo.

L’Amore dei miti e delle leggende, l’amore romantico e viscerale, il moto e il fulcro di libri leggendari e dipinti indescrivibili, dovrebbe essere rivalutato per sentirci un po’ più vicini a noi stessi e alla passione che ci rende umani. Oltre la valutazione sociale e psicologica di questi fenomeni che vedono l’interazione fra tecnologia, sesso e aspettative di coppia, dove si colloca il benessere sessuale? E cosa fare per identificare i rischi di alcuni comportamenti che possono sfuggirci di mano?

Dott.ssa Lilybeth Fontanesi, tra identità di genere, sessuologia forense e psicobiologia

Lilybeth ti va di raccontarci qualcosa sul tuo percorso professionale?

Mi sono laureata in Psicologia clinica dinamica presso l’Università degli Studi di Padova dove ho cominciato a studiare l’infanticidio materno. In seguito il mio percorso è andato avanti con un dottorato in psicobiologia presso la medesima Università. Ho ampliato il tema dell’infanticidio studiando la così detta sessuologia forense. All’interno di questa macro area di studio e durante il mio percorso di dottorato sono andata in Canada e ho partecipato ad una ricerca presso l’Istituto Philippe Pinel di Montreal che ha un ospedale psichiatrico giudiziario con all’interno un Centro Ricerche, dove di fatto ho sviluppato una teoria sulla sexual presence, ovvero la capacità di attivarsi sessualmente all’interno di un contesto virtuale. Abbiamo prima provato tale teoria sui pedofili e poi anche su altri ambiti della sessualità deviante.

In seguito ho continuato a fare ricerca all’Università La Sapienza di Roma,  dove ho cominciato a studiare con il professore Baiocco l’omosessualità, tematica da me già affrontata in passato anche se più da un punto di vista psicobiologico, scrivendo dei lavori sulle basi genetiche dell’omosessualità. Contemporaneamente mi sono specializzata in sessuologia clinica e ho fatto un master in Neuropsicologia Forense. Ho unito i due aspetti della mia formazione e di fatto mi occupo di problematiche sessuali inerenti la violenza interpersonale nella coppia, l’abuso emotivo, la coercizione sessuale e psicologica fra partner e la gelosia patologica a Padova, dove sono Docente di Human Sexuality. Allo stesso tempo lavoro presso l’Università degli Studi di Cassino, dove ho un assegno di ricerca e mi occupo di benessere in adolescenza.

Una parte della tua formazione ha coinvolto anche la componente tecnologica e virtuale dello sviluppo sessuale. Oggi è diventato difficile dividere le due cose.

Non si può prescindere la sessualità umana dall’attualità della nostra epoca. Il sesso e la sessualità umana sono temi centrali sia della psiche che dell’anima che del corpo, sono connessi a tutto ciò che riguarda il nostro cervello, il nostro benessere, il nostro rapporto con gli altri. Sessualità non è fare sesso o avere un rapporto sessuale. La sessualità fa parte di come noi ci raccontiamo, di come ci vestiamo, di come parliamo di noi stessi agli altri, di come parliamo di noi stessi a noi stessi, di ciò che siamo, di chi ci innamoriamo, delle persone a cui vogliamo bene e del rapporto con la nostra famiglia. Di conseguenza non può in nessun modo essere distaccato da quello che è il progresso. Il problema sta nel fatto che mentre il nostro sviluppo psicosessuale più o meno è rimasto lo stesso, la società in cui viviamo è andata avanti a livelli esponenziali, sia dal punto di vista dei diritti che per quanto riguarda l’idea che noi abbiamo della società e di un certo tipo di progresso, sia per quanto riguarda la tecnologia. La tecnologia è uno strumento che ci aiuta a vivere meglio però non tiene conto di tutte le problematiche che abbiamo.

Ad esempio la pornografia, il mercato più grande in questo momento, primo o secondo ai videogiochi, lo è perché la sessualità e il sesso sono importanti e la pornografia da un lato aiuta la sessualità. Pensiamo agli adolescenti. Oggi un adolescente che scopre la sessualità, ormai e purtroppo, non lo fa più con l’ausilio dei genitori o con la rivista presa di nascosto ma andando su internet e trovando tutta la sessualità possibile, anche quella che noi non conosciamo. Quindi se da un lato possono imparare qualcosa e rispondere a dubbi che hanno e che non riescono a chiarire per vergogna e possono confrontarsi con l‘altro, dall’altra parte il rischio è una mancanza di contestualizzazione della sessualità. Mancano i sentimenti, le emozioni, le modalità di interazione.

Quindi potremmo dire di stare vivendo una evoluzione tecnologica che porta ad una involuzione relazionale?

Secondo me si, soprattutto dal punto di vista dei giovani. Perché le difficoltà relazionali ed emotive che si accompagnano alla crescita e allo sviluppo psicosessuale non possono trovare delle risposte effettive ed efficaci attraverso internet, non è lo strumento adatto. È necessario il confronto con i genitori, con i fratelli, con gli amici, con l’altro. L’interazione è fondamentale per capire le emozioni, le risposte. La violenza sessuale dei ragazzi, per fare un esempio macroscopico, è frutto di un vissuto di ignoranza rispetto al decifrare le emozioni dell’altro. È frutto di un gruppo che non è in grado di comprendere e di leggere. Ma che va su internet e apprende un certo tipo di sessualità estremizzata che non è quella reale.

Da questo punto di vista pensiamo anche a quanti rischi corrono i giovanissimi

Diciamo che se negli anni ‘ 90 si temeva l’ AIDS, adesso le ricerche ci dicono che le malattie sessualmente trasmissibili sono aumentate soprattutto tra i giovanissimi.

Quanto è importante conoscere i metodi contraccettivi?

Molte scuole non prevedono un’educazione rispetto questo tema. Bisognerebbe partire dalle scuole elementari a fare educazione non alla sessualità ma all’affettività, cioè al riconoscimento dell’altro come persona, a sviluppare l’intelligenza emotiva. Non esistendo tutto questo, qualora i ragazzi avessero delle perplessità, che non sempre hanno, andrebbero a ricercare le risposte su internet o altri canali non esplicativi ma confusivi da un punto di vista informativo. Il problema non si ferma alla sola contraccezione ma comprende anche le malattie, collegate al tumore al collo dell’utero, a tante condizioni preoccupanti e rischiose. Le stesse pubblicità accattivanti dei preservativi sono sintomatiche del fatto che tutti si rendono conto del problema contraccezione giovanile. La verità è che fino a che non passa il messaggio che la contraccezione è fondamentale per il benessere e per la salute e per vivere una relazione sessuale soddisfacente e sicura e che di fatto il preservativo non è un nemico, non si raggiungerà la consapevolezza di cosa voglia dire proteggersi.

Il problema di fondo è il rapporto con i genitori. È sicuramente difficile affrontare questo tema con i figli, soprattutto se la tematica non è pienamente conosciuta dagli stessi. La difficoltà sta spesso nel riconoscere i bisogni del figlio e nell’aiutarlo a discernere ciò che può far star male. Perché non esiste una sessualità giusta o meno giusta. Se una cosa far star bene e rispetta i diritti e la capacità di scelta altrui non si può etichettare come sbagliato. Ci sono diversi livelli dunque, e quello che appartiene ai genitori è un range in cui la normalità equivale al benessere del figlio.

Cosa consiglieresti quindi ai genitori che vorrebbero educare i figli alla sessualità?

I genitori avrebbero bisogno di spazi di formazione e informazione in cui confrontarsi sulle proprie esperienze e paure per poi arrivare a parlare con i propri figli. Nessuno impone di dover essere onnisciente e dire e fare la cosa giusta, ma sarebbe utile investire su una formazione adeguata per i genitori che vogliono scoprire come comunicare certe informazioni.  Esiste anche un mondo sommerso di patologie minori legate alla sessualità, il 56% degli adolescenti soffre di fimosi, problematica connessa alla scarsa pulizia a seguito di un rapporto o dopo aver espletato le funzioni corporee. Nelle ragazze vediamo reazioni quasi aggressive di fronte ai sintomi premestruali, come se non accettassero la naturalezza del loro sviluppo, non si riconoscessero in relazione ai cambiamenti del loro corpo.

Questo fa pensare che gli adolescenti stiano imparando ad andare contro e non verso il proprio corpo in via di sviluppo.

Esatto. Il nostro corpo ci dice molto di chi siamo.  Ci pone in costante relazione con l’altro, anche se non vogliamo. Noi siamo animali sessuali, interagiamo attraverso il corpo e poi attraverso le parole, quindi il nostro comportamento, che sia scostarsi i capelli da una spalla o una camminata più o meno fluida può essere interpretato in diversi modi. Questo ci dice molto della relazione interpersonale, per tornare alla tecnologia, della complessità della relazione romantica e sessuale. Quindi la scelta di utilizzare le moderne bambole del sesso maschili e femminili, con il corpo che si vuole e interagendo anche con un Oculus rift, quindi con la realtà virtuale, fa capire quanto non si prenda la distanza dal corpo dell’altro ma dall’emotività dell’altro. Non è un problema, se la persona si rende conto che quello che usa è un oggetto per la masturbazione quindi che si tratta di un rapporto con se stesso e non con un’altra persona. Questo discorso mi ricorda il film “She”. L’importante è che non sia un modo per riempire un vuoto, o per sopperire all’ incapacità di entrare in intimità. Ci sono sempre stati i dildo e gli strumenti per la masturbazione.

Quanto è importante la masturbazione durante e dopo lo sviluppo e quanto incide la modalità appresa nell’infanzia, cosa cuccede a livello psicobiologico?

La masturbazione è fondamentale per conoscere il proprio corpo e sapere cosa ci piace e cosa non ci piace, per avere un momento di intimità con noi stessi ed è anche un modo per arrivare all’altro. La masturbazione reciproca, i preliminari, sono tutti aspetti che creano l’intimità e la relazione. Sono carichi di emozione e sono a volte più forti del rapporto sessuale stesso, poiché bisogna creare un equilibrio fra il benessere nostro e dell’altro. Ci sono tanti aspetti dell’erotismo e dell’auto erotismo legati alla fiducia. Una fiducia che con una bambola non c’è. Parlando di sviluppo, la sessualità nasce e muore con noi. Il nostro corpo è programmato dalla natura per provare piacere.

Il piacere dei bambini è genitale e in seguito all’elaborazione cognitiva diventa sessuale. Questa connotazione glie la dà chi sta all’esterno, il genitore dà un significato. Bisogna integrare il comportamento in un percorso di sviluppo psicoaffettivo e sessuale, insegnando i tempi e le modalità in cui la masturbazione è legittima e non negandola al bambino.  Per rispondere alla tua domanda, al livello psicobiologico, della corteccia corticale, non è detto che un comportamento appreso come la masturbazione si fissi come unica modalità di interazione alla sessualità. Però quando apprendiamo qualcosa che riguarda il piacere del nostro corpo, in effetti è difficile riuscire a rinunciare a quel piacere per altri. La soluzione è il training psicosessuale, che aiuta nella coppia a provare piacere in vari modi. Questo solo se la persona lo richiede, ad esempio nei casi in cui questa modalità sia l’unica modalità di piacere sessuale adottata dalla persona e quindi comprometta il benessere di coppia. Lo stesso vale per l’uso del sesso come forma di sfogo della tensione accumulata nel rapporto di coppia. Il benessere sessuale deriva da tante sfumature, che vanno conosciute e accettate per vivere una relazione soddisfacente con se stessi e con il partner.

Concluderei allora affermando che siamo animali sessuali perché siamo fatti di relazione ed il sesso è prima di tutto relazione.

 

 

Valeria Saladino - Fondatore di Psicotypo

Psicologo clinico, psicoterapia ad approccio breve strategico, specializzato in scienze criminologiche, forensi e psicologia giuridica. Fondatore e Presidente di “Psicotypo Associazione per l’Informazione e l’Aggiornamento in Psicologia”. Dottore di ricerca e psicologo esperto ex articolo 80 presso la Casa Circondariale di Cassino. Studiosa della psicologia della devianza, in particolare del fenomeno dell’istituzionalizzazione e delle dinamiche psicologiche che costituiscono quest’ultimo, ha partecipato e coordinato interventi di valutazione e trattamento all’interno degli Istituti Penitenziari. Si è occupata inoltre di nuove dipendenze, gestendo il Behavioral Addictions Research Team, Centro di ricerca sulle dipendenze comportamentali. Oltre alla ricerca svolge attività di tutoring e consulenza per chi è interessato al settore della ricerca e alla costruzione di elaborati di tesi a carattere sperimentale.